martedì 9 giugno 2015

Live report - Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo surreale | Opera Commons | Uber

Outsidersmusica.it - L’avevamo già conosciuta l’anno scorso, Opera Commons, la lungimirante rassegna che pesca nel mare delle piccole ma interessanti realtà musicali della nostra isola per offrir loro temporanea dimora ad Aci Bonaccorsi, nelle stanze di un antico palazzo datato “1789”, punteggiato da giardini e cortiletti favolistici, in cui ogni mattoncino racconta una storia, la storia di tutte le famiglie che lo hanno abitato, riscattata dal dimenticatoio dall’associazione culturale Uber.

Il primo ospite di questa seconda edizione è Federico Doria, cantautore agrigentino, in acoustic solo version, che paga il pegno di una serata monopolizzata dalla partita Juventus-Barcellona, non lasciandosi però prendere dallo sconforto. Tutt’altro.
Lui è uno che nell’atteggiamento ricorda il tipico ragazzo che, nel gruppo, ha la specialità di ravvivare le serate in spiaggia, strimpellando la sua chitarra e raccontando collage dadaisti di immagini dove trovano posto un bel po’ di specie animali (galline, scarafaggi, balene, mucche e tartarughine, cicale e serpenti).

Al suo primo ep, dopo un paio di “45 giri digitali”, con Comu si non t’havissu vistu mai, Federico è artefice di pezzi folk intrisi di “siculanità”, come di altri in cui sembra tenere a mente il fare goliardico di un Jannacci, ed altri ancora più intimisti che risvegliano paragoni con gli Afterhours delle versioni acustiche, complice un timbro vocale che negli acuti mostra somiglianze con quello di Agnelli.

Diverse le cover – quelle che gli potranno garantire un futuro come cantante da matrimoni, come dice, scherzandoci su – specchio delle sue multiformi propensioni: da Buttana di to mà di Rosa Balistreri, a Cosa sono le nuvole di Modugno,Vengo anch’io. No, tu no, del già citato Jannacci e Guarda che luna di Buscaglione.

Insomma le strade intravviste da Federico sono tante, scegliere quale battere e percorrerla fino in fondo sarebbe d’aiuto ad una migliore messa a fuoco che possa diventare un punto cardinale. A meno che la mancanza di (una) direzione non sia già un punto d’arrivo.

Federica Garozzo